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L'età umbertina a Roma fu caratterizzata dalla presenza di Gabriele D'Annunzio e di Matilde Serao. I due scrittori si distinsero non solo per la loro attività giornalistica e letteraria, ma anche per la disinvoltura relazionale che ne favorì l'ascesa, anche attraverso il patronage di esponenti politici meridionali governativi. Sia D'Annunzio, con l'alta qualità delle sue prose e delle sue poesie, sia Serao, più modesta sotto il profilo letterario ma più determinata a capitalizzare le sue relazioni sociali, contribuirono con la loro opera alla diffusione di quel clima politico antiparlamentare che sfocerà, nel secondo decennio del Novecento, nella crisi dello Stato liberale.